Marco Gastini

Torino, 1938

Marco Gastini frequenta l’Accademia Albertina di Torino. Fin da subito si rivolge all’informale materico, raggiungendo una pittura meno materica attraverso i nudi e i paesaggi. I suoi primi risultati pittorici vengono esposti nel 1967 a Roma, Parma e Novara, presentati da Enrico Crispolti e Paolo Fossati.
Sul finire degli anni Sessanta Marco Gastini indaga gli elementi stilistici essenziali come il segno e lo spazio attraverso l’azzeramento cromatico. L’autore lascia i colori tradizionali e utilizza lo spray, presentando il primo tentativo di sintesi presso la galleria Il Punto di Torino.
L’autore prende in rassegna altri materiali come il plexiglas, legno e vedril, come per l’opera "Linea d’aria" nella quale lo spazio si costituisce di trasparenze date dai nuovi supporti. Marco Gastini si stacca dal minimalismo attraverso l’uso del Pearl White (madreperla), che dal 1977 applica sulle tele rappresentando “l’uscita del non colore” in quanto racchiude tutti i colori determinando uno scatto percettivo nell’osservatore.
Alla fine degli anni Settanta presenta le sue opere alla John Gallery di New York ed alla Circus Gallery di Los Angeles. Da questo momento approda nelle migliori gallerie straniere. In Italia espone presso la galleria Sperone di Roma, allo studio Grassetti di Milano e alla galleria Il Benzo di Brescia.
Negli anni Ottanta utilizza i materiali più disparati aumentando la complessità compositiva e, cromatica. Il colore per Gastini è concepito come smarrimento che porta all’incontro. Negli anni Novanta il colore preminente diviene il blu, steso attraverso la spugna: seducente e volatile.