Ubaldo Oppi

Bologna, 1889 - Vicenza, 1942

Ubaldo Oppi, attratto dal gruppo secessionista, si iscrive all’Accademia di nudo a Vienna conoscendo Klimt. Nel 1909 si stabilisce a Venezia esponendo come esordiente a Cà Pesaro. Di lì a poco compie un viaggio a Parigi dove conosce Picasso e Modigliani. Da questo momento si avvicina alla pittura del Quattrocento realizzando una serie di nudi immersi nel paesaggio, rivolgendosi in seguito alla solitudine ed alla povertà della vita mediante una cifra Metafisica.
La pittura di Ubaldo Oppi nel 1914 ruota attorno agli emarginati ed ai rassegnati. Dopo la guerra abbandona la linea impressionista e simbolica e la sua pittura appare meno inquieta grazie a Dhely, che sposerà nel 1921, da qui l’opera "Volto di Dhely". Nel 1921 espone presso il Salon Independants dove le opere vengono molto apprezzate per la loro oggettività ed eleganza.
Nel 1922 è tra i sette fondatori del Novecento italiano (che ruota attorno alla figura di Margherita Sarfatti) teso a un “ritorno all’ordine” che parte dalla classicità. Il Realismo Magico di Ubaldo Oppi viene presentato nel 1924 presso la XIV Biennale di Venezia, esponendo complessivamente una figura umana bella, robusta e dominata da un fondo paesaggistico. In seguito sarà invitato a tutte le Biennali veneziane tra il 1926 e il 1932, partecipando con Casorati alla Mostra Mondiale presso il Carnegie Istitut di Pittsburgh, vincendo il secondo premio con l’opera "Nudo disteso".
Da questo momento l’artista è il maggior rappresentante del Realismo Magico italiano.