Giorgio Morandi

Bologna, 1890 - 1964

Giorgio Morandi fin da ragazzo mostra passione per l’arte figurativa, frequentando l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Conoscitore dei vari movimenti artistici europei, nella prima fase della carriera artistica espone coi futuristi, divenendo uno dei massimi interpreti della Metafisica di Carrà e De Chirico.
A partire dal 1920 si stacca dal gruppo “Valori Plastici” per intraprendere una ricerca del tutto personale incentrata sulla realtà delle cose. Bottiglie, barattoli e caffettiere sono disposte naturalmente sul piano di un tavolo a costituire delle vere e proprie cattedrali. La sua ricerca, dunque, si focalizza sul riconoscimento (ontologico) dell’oggetto come materia in continuo movimento in cui appare chiara la valenza del tempo dell’oggetto.
La pittura di Giorgio Morandi è lontana dal fragore sociale e dalle mode vigenti. Il suo concepire l’oggetto come “Essere” lo porta a dipingere la polvere che sta sopra l’oggetto, dal momento senza di essa non rivelerebbe il tempo imperituro inteso dall’autore.
La poetica di Giorgio Morandi offre pochissimi colori, necessari per coniugare il Surrealismo alla Metafisica. Di grande importanza sono anche le sue incisioni ed, a partire dagli anni Cinquanta, diviene titolare della cattedra di incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti nel corso della carriera artistica si ricordano il premio per la pittura della Biennale di Venezia del 1948. L'artista espone in Italia ed all'estero, inclusi gli Stati Uniti (per la precisione a New York).