Elio Marchegiani

Siracusa, 1929

Elio Marchegiani è un artista autodidatta. Conosce Gianni Bertini che lo esorta a trasferirsi a Parigi. Nel 1959 partecipa alla Quadriennale di Roma ed aderisce al “Gruppo 70”, formato da giovani artisti e letterati che esprimono un approccio critico nei confronti dei comportamenti passivi indotti dai mass-media. L’attenzione di Elio Marchegiani verso il futurismo di Balla, Duchamp e Lucio Fontana, unita all’attenzione fra scienza immagine, costituisce la base della sua pratica artistica che comincia negli anni Sessanta.
I suoi primi lavori vengono trattati da Guido Le Noci della Galleria Apollinaire a Milano e da Gaspero Del Corso della Galleria l’Obelisco di Roma. Nel 1964 realizza l’opera "Can Can Censura", un ready – made oggi esposto al Mart di Rovereto. Nel 1968 è presente alla Biennale di Venezia. L’anno successivo insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino.
La ricerca artistica di Elio Marchegiani ruota attorno al movimento, alla luce variegata che lo portano a creare le Grammature di colore: una sequenza di linee verticali replicate in diverse combinazioni numeriche attraverso tonalità di colore che restituiscono la grande tradizione italiana dell’affresco.
Negli anni Ottanta passa all’assemblaggio di Objet trouvè. Nel 1997 partecipa alla mostra "Dadaismo Dadaismi (da Duchamp a Warhol); 300 capolavori" a Palazzo Forti di Verona, presentando l'opera "Deus ex machina". E ancora nel 2001 è presente al Ministero degli Affari Esteri, nella "Collezione di artisti del XX Secolo alla Farnesina" a cura di Maurizio Calvesi. Oggi la sua attività artistica pone l’accento al mondo esterno, nella convinzione che l’artista odierno debba raccontare la propria epoca.
I suoi lavori rientrano nelle collezioni dei maggiori Musei al mondo.