Umberto Lilloni

Milano, 1898 - 1980

Umberto Lilloni abbandona gli studi di Ingegneria per studiare disegno alla Scuola artigiana dell’Umanitaria, proseguendo la sua formazione artistica all’Accademia di Belle Arti di Brera, sotto la guida di Alciati e Tallone. Vince il Premio Hayez nel 1922 col presupposto di superare la pittura postimpressionista. Vicino agli ideali pittorici di Emilio Gola, Umberto Lilloni intorno al 1930 restituisce le prime opere a fondo chiaro, costituite di verdi chiarissimi mescolati agli azzurri.
Nel 1928 è presente alla Biennale di Venezia presentando le opere "Ragazza bionda" e "Ragazza bruna". Fra le due guerre ottiene molti riconoscimenti e nel 1935 partecipa alla Quadriennale presentando "La nevicata, Alberi a Lavagna". In questo frangente si stacca dal movimento Novecento avviandosi alla modernità divulgata dalla galleria Il Milione di Milano, nella quale allestisce una personale nel 1933 presentando opere dal sapore favolistico.
Negli anni Quaranta la pittura di Umberto Lilloni raggiunge la maturità artistica rivolta al paesaggio mediante una sorta di sospensione metafisica, vicina alla stilistica di De Pisis. Nel 1949 ottiene il premio Michetti e nello stesso anno intraprende un viaggio nel nord dell’Europa, realizzando una serie di paesaggi diafani che vengono subito esposti alla galleria Annunciata di Milano. Nel 1966 la stessa galleria gli organizza un’antologica con più di cento opere dedicate al Chiarismo.