Telemaco Signorini

Firenze, 1835 - 1901

Telemaco Signorini si svincola subito dagli schemi accademici per rivolgersi alla pittura en plein air. A partire dal 1885 frequenta il Caffè Michelangelo di Firenze proprio mentre al suo interno si discute da tempo attorno alla “macchia”.
Telemaco Signorini, inquieto, inizia a viaggiare per l’Italia soggiornando a Venezia, in Emilia Romagna e in Lombardia. Il suo viaggio rivelatore è quello a La Spezia dove visita i borghi di Larici, Sarzana, Pitelli e Riomaggiore. Questi luoghi ispirano molto la sua pittura giacché riesce a dotarla di contrasti chiaroscurali attraverso i quali la “macchia” diviene parte costitutiva dell’opera.
Nel decennio successivo Telemaco Signorini approfondisce il suo stile evidenziandone i valori cromatici come l’opera "Il ghetto di Venezia". A seguire compie un viaggio a Parigi e conosce l’anziano Camille Corot ammirando le sue opere. Tornato a Firenze, consolida l’amicizia con Diego Martelli e Silvestro Lega, insieme ai quali dipinge le località appena fuori Firenze divenendo il maggior esponente dei Macchiaioli. Nel 1871 assieme al gruppo dei Macchiaioli si sposta a Roma e Napoli, ampliando i temi pittorici.