New Dada: Artisti e Quotazioni

Il Neo Dada è stata una corrente artistica affermatasi negli Stati Uniti dalla fine degli anni Cinquanta all’inizio dei Sessanta i cui componenti ripresero alcuni degli stili ed i temi che, come anche il nome suggerisce, caratterizzarono il dadaismo, una tendenza culturale che si sviluppò in Svizzera tra il 1916 e il 1920. Per entrambi i movimenti l’arte era utilizzata come mezzo di ribellione nei confronti delle convenzioni del passato, che ogni artista sconvolge per lanciare il proprio messaggio in autonomia, rendendo la propria opera fine a sé stessa, senza una reale o pre ideata “utilità”.

L’espressione Neo Dada venne resa popolare dalla storica dell’arte statunitense Barbara Rose negli anni Sessanta, che la utilizzò in una serie di suoi articoli per riferirsi principalmente ad un gruppo di opere create tra gli anni ‘50 e ‘60.

New Dada: le caratteristiche del movimento

Il movimento New Dada era caratterizzato da diversi aspetti particolari: l'utilizzo di materiali di origine recente, la rappresentazione di soggetti provenienti dall’immaginario popolare, la creazione di contrasti assurdi, l’interesse per gli elementi caratteristici della comunicazione di massa ed infine la negazione esplicita dei concetti tradizionali dell'estetica. Come già accennato, è stata una corrente nata per volontà di ribellarsi all’arte del passato, ma non solo, infatti questa “necessità” era espressa anche nei confronti di quei fenomeni artistici che avevano caratterizzato gli anni appena precedenti e contemporanei.

Nel neo dadaismo la rivoluzione non riguardava esclusivamente il modo di fare arte, ma anche i tipi di materiali utilizzati per crearla: le opere di questi artisti vennero realizzate sfruttando, assemblando ed inserendo in esse elementi della vita di tutti i giorni, rappresentando un abbandono nei confronti dei materiali reputati “tradizionali” ed arrivando così a dimostrare che un’opera d’arte, per esser considerata tale, può essere realizzata anche sfruttando oggetti umili e senza un apparente valore. Anche per questa ragione questa tipologia di arte venne definita junk art (il primo a chiamarla così fu il critico d’arte inglese Lawrence Alloway).

Questa centralità dell’oggetto ha accomunato molti artisti tra loro estremamente diversi, che infatti non fondarono mai né un movimento né una scuola, ma semplicemente stravolsero il concetto di arte a modo loro, sfruttando oggetti e immagini presi dalla strada o dai giornali.

I maggiori esponenti del neo-dadaismo e le tecniche utilizzate

Tra i più famosi artisti appartenenti alla corrente Neo Dada troviamo: Robert Rauschenberg, che utilizzava come fondo colorato per i suoi dipinti delle tavole di fumetti, che si intravedono attraverso il colore, ed il pittore Jasper Johns, che sfruttava i fogli di giornale come supporto per i suoi primi bersagli. Entrambi poi utilizzarono nelle proprie opere oggetti trovati per caso, cosa che li accomunò ad altri artisti: Robert Indiana, Richard Stankiewicz e Bruce Conner, che utilizzarono soprattutto materiali di recupero; George Segal e Robert Watts, che li sfruttarono con la tecnica del calco; o ancora Edward Kienholz e John Chamberlaine, noti per l’utilizzo del riciclaggio. Ogni artista divenne così una sorta di “ricettore” della società, i cui input venivano espressi attraverso le loro opere.

Nitida, sugli artisti del New Dada, è l’influenza di personalità carismatiche esponenti del dadaismo, come Marcel Duchamp e Kurt Schwitters, ma anche la presenza di elementi riconducibili al cubismo, identificabile in particolare nell’utilizzo della tecnica del collage.

Neo-Dada in Italia

Dopo la Seconda Guerra Mondiale anche in Italia gli artisti scoprirono il proprio interesse nei confronti della poetica dell’oggetto, cosa che riscontra con facilità nelle opere di Alberto Burri, che utilizzava dei sacchi all’interno delle sue pitture; nei collage e assemblage di Brajo Fuso e Enrico Baj; ma anche nei pezzi di ferro riadattati da Ettore Colla. Altri due esponenti di spicco, grazie a cui si andó affermando la nascita di un vero e concreto neo dadaismo italiano, furono Piero Manzoni e Pino Pascali.

Influenze sull'arte contemporanea

Le idee del Neo Dada hanno fortemente influenzato numerose correnti artistiche successive, come, ad esempio, attraverso la pop art o il ritorno dell'arte povera, le tecniche del collage e decollage, o ancora l'utilizzo di manifesti pubblicitari. Di conseguenza, il neo dadaismo ha contribuito ad ispirare la nascita di fenomeni come la Pop Art, l’Happening, il network Fluxus e il movimento francese contemporaneo Nouveau Réalisme.

Enrico Baj

81 Prezzo medio: €8.298
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Pino Pascali

79 Prezzo medio: €4.511
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Jim Dine

77 Prezzo medio: €20.843
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Jasper Johns

81 Prezzo medio: €8.945
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Piero Manzoni

96 Prezzo medio: €96.426
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Alberto Burri

89 Prezzo medio: €131.379
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Robert Rauschenberg

87 Prezzo medio: €53.795
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George Segal

75 Prezzo medio: €26.757
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Ettore Colla

84 Prezzo medio: €42.297
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Marcel Duchamp

77 Prezzo medio: €24.830
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Robert Watts

ND Prezzo medio: €350
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Robert Indiana

81 Prezzo medio: €8.703
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Kurt Schwitters

ND Prezzo medio: €23.731
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Brajo Fuso

ND Prezzo medio: €2.116
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Richard Stankiewicz

ND Prezzo medio: €6.500
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Edward Kienholz

ND Prezzo medio: €4.058
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