Mario Tozzi

Fossombrone, 1895 - Saint-Jean-du-Gard, 1979

Mario Tozzi, abbandonati gli studi di chimica, si rivolge alla pittura iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1913. Nel 1919 si trasferisce a Parigi esponendo al Salon des Artistes Indèpendantes ed al Salon d’Automne, notato dalla critica che esprime note positive.
Dotato di una grande sensibilità cromatica, la pittura di Mario Tozzi appare subito enigmatica. La sua cifra stilistica restituisce una gamma cromatica che parte dai bianchi fino a raggiungere una serie variegata di rosa, fissando immagini femminili ieratiche sembianti divinità egizie in attesa di essere adorate. Tali figure vengono inserite dall’autore in una rigorosa geometria che costituisce un alfabeto misterioso, fatto di ricordi e spazi intimi.
Nel 1936 ritorna a Roma dedicandosi all’affresco, modalità di esecuzione che l’autore trasporta anche nei dipinti che vincono sul tempo risultando imperituri. Dopo un momento di pausa durata qualche anno, Mario Tozzi riprende a esporre nel 1958 presso la galleria Annunciata di Milano.
Nel 1960, con la famiglia, si stabilisce a Suna. Nella nuova residenza realizza la serie dei Fondi bianchi. Quest’ultima, caratterizzata da fondi bianchi e gessosi, ruota attorno al concetto dell’affresco su cui l’autore adagia figure femminili attorniate da una sorta di geroglifici i quali emergono da un supporto scabro.