Gino Marotta

Campobasso, 1935 - Roma, 2012

Gino Marotta è difficilmente inquadrabile nel panorama artistico. Sperimenta, infatti, una moltitudine di materiali mediante una ricerca trasversale affermandosi negli anni Sessanta. Superata la pittura, l’autore avvia una ricerca polimaterica usando piombo, stagno, lamiere di alluminio e ferro. Gino Marotta si muove, quindi, tra pittura, scultura ed assemblaggio. Negli anni Sessanta usa il metacrilato, materiale molto tecnologico attraverso cui combina forme che si rifanno al mondo vegetale e animale.
La cifra stilistica di Gino Marotta mette in luce la dicotomia tra naturale ed artificiale ricreando forme trasparenti e colorate, presenti nella natura, ma svuotate di ogni consistenza corporea. L’opera "Foresta di menta" è un’istallazione del 1968 costituita di plastica da cui si sprigiona un forte odore di menta, accompagnato da caramelle al liquore che stimolano contemporaneamente olfatto e gusto assicurando una vera esperienza sensoriale.
Nel 1969 partecipa alla mostra "Ceroli, Kounellis, Marotta, Pascali" al Musèe des Arts Dècoratifs, Palazzo del Louvre di Parigi. Nel 1972 partecipa alla X Quadriennale con l’istallazione "Introduzione generale alla natura". Nel 1984 è presente alla XLI Biennale di Venezia. Molto presente nella scena espositiva internazionale, le opere di Gino Marotta rinnegano la forma chiusa della scultura tradizionale assumendo una continua trasformazione, così come la contemporanea Arte Povera.