Eugenio Carmi

Genova, 1920 - Lugano, 2016

Eugenio Carmi, dopo gli studi classici, si laurea al Politecnico federale di Zurigo. Dopo la guerra ritorna in Italia riprendendo gli studi artistici a Genova, sotto la guida dello scultore Guido Galletti, mentre a Torino è allievo di Felice Casorati.
Negli anni Cinquanta la pittura di Eugenio Carmi passa dal figurativo all’informale. Si trasferisce a Boccadasse dove apre il suo primo studio come grafico pubblicitario diventando membro dell’Alliance Graphique Internationale nel 1954.
Per Eugenio Carmi sono anni prolifici in quanto all’attività di pittore affianca importanti iniziative artistiche. Dal 1956 al 1965 diviene responsabile dell’immagine per l’impianto siderurgico di Cormigliano, sostenedo che il mondo dell’industria deve fare cultura. Proprio in quest'ottica realizza operazioni visive e culturali d’avanguardia. In questo frangente prende in considerazione materiali come il ferro e l’acciaio. Sulla base di questo percorso artistico organizza la sua personale presentata da Gillo Dorfles nel 1958 presso la Galleria Numero di Firenze, dove espone smalti su acciaio.
Da questo momento inizia coinvolgere letterati e intellettuali nelle sue iniziative artistiche e culturali.
Eugenio Carmi, affascinato dalla nascente tecnologia, è autore di opere sperimentali di arte cinetica e audiovisiva realizzando i Segnali immaginari elettrici. Il suo nuovo modo di concepire l’arte lo porta ad esporre alla XXXIII Biennale di Venezia con l’opera "SPCE (struttura policiclica a controllo elettronico)" che viene successivamente esposta alla mostra “SuperLund in Svezia.
A partire dagli anni Ottanta inizia ad utilizzare la juta per le sue tele, determinando un ritorno all'arte materica.