Salvatore Fiume

Comiso, 1915 - Milano, 1997

Salvatore Fiume, talento artistico fin da giovane, grazie ad una borsa di studio frequenta l’Istituto d’arte del libro di Urbino. Terminati gli studi si trasferisce a Milano entrando in contatto col mondo culturale della città. Nel 1938 si trasferisce a Ivrea divenendo art director della rivista ideata da Adriano Olivetti.
Salvatore Fiume di lì a poco decide di rivolgersi totalmente all’arte stabilendosi a Canzo, vicino a Como in una ex-filanda. Inizia a lavorare ai cicli Isole di statue e Città statue che vengono esposti nel 1949 presso la galleria Borromini di Milano, suscitando molto interesse da parte della critica e dal pubblico. Durante la rassegna un’opera viene acquistata dal direttore del Museum of Modern Art di New York, presentando in seguito la mostra “Twentieth-Century Italian Art” presso il MoMa di New York.
L'artista è presente alla Biennale di Venezia del 1950, esponendo il trittico Isola di statue. Nello stesso anno l’architetto Gio Ponti gli commissiona una grande tela (48x3 mt.) destinata al salone di prima classe del transatlantico Andrea Doria, che affonda dopo poco.
Vicino alla stilistica dei maestri del Quattrocento italiano quali Piero della Francesca e Paolo Uccello, Salvatore Fiume restituisce un figurativo sintetico (quasi simbolista), carico di colore e figure femminili tratte dai suoi viaggi in Etiopia nel 1973 ed in Polinesia. Come scultore realizza dapprima bassorilievi che presenta alla galleria Artesanterasmo di Milano, poi ceramiche, marmi e resine. Più avanti realizza "Le tre grazie", una scultura di notevoli dimensioni in resina policroma.
Le sue opere sono visibili nei Musei più importanti al mondo quali i Musei Vaticani, all’Ermitage di San Pietroburgo, al Moma ed alla Galleria d'Arte Moderna di Milano.