Plinio Mesciulam

Genova, 1926 - 2021

Plinio Mesciulam a partire dal 1948 espone presso la V Quadriennale di Roma assieme a Dorazio, Soldati, Consagra e Vedova nella sezione rivolta agli astrattisti. Nel 1950, presso il Caffè Venucchi di Genova, presenta la sua prima personale di carattere astratto - informale, affermando l’autonomia del segno svincolato da ogni riferimento figurativo. Dal 1952 al 1954 entra nel comitato del MAC (Movimento Arte Contemporanea) proponendo ricerche sul rapporto colore - forma - spazio.
Nel 1955 i suoi lavori perdono la valenza del colore, restituendo tele colorate di nero sulle quali appaiono studi rivolti al Nuovo Testamento. In questo frangente Plinio Mesciulam sente il bisogno di riferirsi all’arte del passato (del 600), accostandosi all’Art Brut. A partire dal 1963 inizia la svolta medialista: le immagini che restituisce provengono dal mondo pubblicitario. In seguito lavora sulla parola - immagine. Nel 1973, attraverso l’amico Buffoni, pubblica "Macrospia del segno precario", un lavoro fotografico che restituisce ingrandimenti rivolti alla scrittura quotidiana. Nel 1976 propone il principio d’Arte “ostentoria” attraverso le "Epifanie ostensibili".
Nel 1978, parallelamente all’arte ostentoria, torna alla pittura con “L’iperdecorativismo” estendendolo su diversi piani (pittura eteroplanare) come con l’opera "Lebensraum" (1922). Negli anni Ottanta Plinio Mesciulam ritorna al rapporto tra pittura e architettura. Nel 1988 si occupa del ciclo degli Horres: fotomontaggi di particolari architettonici attraverso cui genera prospettive insolite. Le sue opere di pittura, incisioni e altre creazioni artistiche, si trovano presso numerosi Musei e collezioni private italiane ed estere.