Giosetta Fioroni

Roma, 1932

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Giosetta Fioroni proviene da una famiglia di artisti (il padre scultore e la madre marionettista). Si diploma presso l’Accademia di belle Arti di Roma dove diventa allieva di Scialoja grazie al quale conosce Burri e l’informale materico. In seguito scultrice, fotografa, regista e scrittrice. Nel 1955 partecipa alla VII Quadriennale di Roma e l’anno successivo alla XXVII Biennale di Venezia. Nel 1957 sarà Emilio Vedova esprimere parole di elogio per i suoi dipinti astratti “… un’antipittura esistenziale …”. Nel 1958 collabora con l’artista Cy Twombly, il quale rivestirà le opere di Giosetta con scritte, segni primordiali, riempiendo gli spazi bianchi lasciati dall’autrice (concepiti come sospensioni temporali) di memorie nervose, quasi appuntite.
Nello stesso anno Giosetta Fioroni parte per Parigi, luogo in cui vivrà fino al 1962. Qui respira tutta l’aria del Surrealismo e viene immediatamente rapita dal Nouveau Realismee e dal Neocubismo, sebbene l’autrice rimane continuamente attratta dalla parola e dalla sua potenza iconica.
Ritorna a Roma e si avvicina alla Scuola di piazza del popolo. Assieme a Schifano, Festa, Angeli, Rotella, Kounellis, recupera stilisticamente la valenza della storia e le sue radici. Lungo tutto il sentiero d’artista Giosetta Fioroni rimane radicata alla sostanza stessa dell’essere donna, restituendo sulla tela la tonalità emotiva dell’infanzia. Nel 1968 inaugura, con La Spia ottica, una performance intima che ispirerà le opere successive fatte di teatrini e casette dipinte con tinte pastello le quali rimandano alla sua infanzia.
Dal teatro al cinema il passo è breve. Realizza quattro brevi film i quali raccontano la solitudine femminile. Compagna di Goffredo Parise, frequenta la campagna trevigiana, luogo che le permette di studiare e disegnare fiabe e racconti magici.