Felice Carena

Cumiana, 1879 - Venezia, 1966

Felice Carena si specializza all’Accademia Albertina di Torino sotto la guida di Giacomo Grosso. Ha rapporti con alcuni dei principali esponenti del simbolismo. Nel 1906 si trasferisce a Roma e nel 1912 è invitato alla Biennale di Venezia, esponendo le opere simboliste (di sfondo verista) prodotte nella capitale come "Ritratto alla madre" (1912).
Tra il 1913 e il 1915 subisce le influenze di autori come Matisse e Cézanne, che portano Felice Carena a rinnovare il suo linguaggio poetico. Nel 1915 realizza numerose nature morte e figure. Nel 1916, alla mostra degli amatori e cultori di Belle Arti, si alternano opere dai tratti impostati che donano alla forma maggior fermezza e luce.
Durante la prima guerra mondiale si trasferisce ad Anticoli Corrado, luogo in cui Felice Carena ritorna a una pittura verista, restituendo ai dipinti maggior solidità costruttiva. Nel 1919 partecipa alla Promotrice di Torino con l’opera "Contadini al sole". Tra il 1922 e il 1924 fonda, assieme allo scultore Atttilio Selva, una scuola d’arte presso gli Orti Sallusti. Le lezioni vengono frequentate anche da Emanuele Cavalli, Capogrossi e Fausto Pirandello. Nel 1922 presenzia alla Biennale di Venezia e nel 1924 viene nominato docente di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, fino al 1945.
Al termine del secondo conflitto bellico si trasferisce a Venezia. Qua la sua pittura diviene più drammatica, costituita principalmente da forti contrasti cromatici che abbracciano formule espressioniste.