Emilio Longoni

Barlassina, 1859 - Milano, 1932

Il pittore italiano Emilio Longoni è nato a Barlassina nel 1859. Rientra tra gli esponenti del divisionismo italiano, nonostante la sua arte abbia cambiato molte forme nel corso del tempo.
Studia all’Accademia di Brera, dove entra in contatto con Giovanni Segantini, il primo ad avvicinarlo ad una Galleria che promuoveva i giovani artisti. Si stabilisce a Milano intorno al 1886, prendendo in affitto uno studio personale. Qui, realizza soprattutto nature morte, che vende a specifici committenti.
Nel 1891 partecipa alla Prima Triennale di Brera, ottenendo grandi apprezzamenti da parte del pubblico e della critica. Vive gli anni del tumulto a Milano, ed i suoi ideali politici lo spingono a modificare la propria arte, portando avanti la realizzazione di quadri piuttosto espliciti.
Il suo dipinto “Riflessioni di un affamato” (1894), viene adottato come simbolo dell'ingiustizia di classe. La propaganda socialista lo sfrutta come un vero e proprio manifesto ed Emilio Longoni riceve non poche accuse.
I primi vent’anni del Novecento gli permettono di presentare diverse opere, partecipando ad esposizioni nazionali e internazionali. Si appassiona alla montagna, come dimostrano le due esposizioni “Goletta di alta montagna, Paesaggio di montagna” (Galleria d’Arte Moderna, 1915-20) e “Ultima neve, Residui di neve, Paesaggio alpino” (Galleria d’Arte Moderna, 1920).
La prima guerra mondiale lo costringe a rallentare, tanto da chiudersi completamente in se stesso. Inizia a lavorare solo per pochi clienti privati, scomparendo dalla scena dell’arte. Muore a Milano nel 1932, all’interno del suo studio d’artista.