Christo

Gabrovo, 1935 - New York, 2020

Christo, terminati gli studi accademici, nel 1956 si trasferisce a Praga raggiungendo l’Austria e nel 1958 Parigi. In questo frangente si guadagna da vivere realizzando ritratti. Nello stesso anno, a Parigi, incontra Jeanne-Claude che gli commissiona un ritratto rivolto alla madre. Solo più inizia la loro intensa relazione sentimentale e artistica.
L’esordio di Christo avviene nel 1961 all’esposizione personale alla Galleria Haro Lauhus di Colonia. Nel porto della città tedesca nascono i primi monumenti temporali di Bidoni d’olio sovrapposti e imballati. Nello stesso anno realizza il progetto per l’imballaggio dell’Ecole Militaire a Parigi (manifesto del 1961, foto-collage del 1963) ed il progetto di un edificio pubblico impacchettato, "Projet d’un Edifice Public Empaqueté" (manifesto e foto-collage), che risulterà la prima collaborazione artistica con Jeanne-Claude.
Christo e Jeanne-Claude si trasferiscono negli Stati Uniti nel 1964, dove iniziano a realizzare progetti di ampio raggio intervenendo direttamente su edifici, monumenti o paesaggi interi. I due coniugi – artisti divengono in breve tempo gli artefici della Land Art (forma d'arte contemporanea sorta negli Stati Uniti tra il 1967 e il 1968 caratterizzata dall'intervento diretto dell'artista sul territorio naturale, specie negli spazi incontaminati come deserti, laghi salati, praterie e altri ambienti).
Da ricordare l’opera "Running Fence" (1972-1976), una recinzione lunga quaranta chilometri che oltrepassa la campagna californiana, risulta un esempio concreto della loro ideologia artistica. In questo caso si tratta di ampi teloni di nylon bianco appesi a una corda d’acciaio che, visti dall’alto, assumono le sembianze di un serpente che si snoda nelle colline perdendosi nell’orizzonte. Nel 1976 avviene l’incontro di Christo con le autorità tedesche per definire il progetto dell’impacchettamento del Reichstag di Berlino, "Wrapped Reichstag Berlin". L’opera in questione non è una denuncia verso la politica ma, come afferma lo stesso autore, “è la reale politica”.
Christo, dunque, attraverso nasconde gli edifici o modifica il paesaggio per svelare le caratteristiche prime di ogni oggetto o luogo. Il valore dell’opera non va ricercato nel gesto artistico ma nel modo in cui le persone fruiscono “la nuova veste” di ciò che viene avvolto, coperto. Attraverso l’occultamento le persone hanno la possibilità di scorgere un’altra cosa rispetto all’abituale realtà prima esistente.
Nel 2016, Christo progetta l’installazione artistica The Floating Piers sul lago d’Iseo. Si tratta, al di là dell’indignazione italiana, di una rete di pontili galleggianti gialli aperta al libero transito delle persone che offre sensazione di camminare appena sopra la superficie dell’acqua del lago di Sulzano fino alle isole di Monte Isola e San Paolo. Nei primi tre giorni l’istallazione è stata calpestata da oltre 100000 visitatori.