Bruno Donzelli

Napoli, 1941

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Bruno Donzelli da giovanissimo, nel 1962, tiene una mostra personale presso la Galleria del Fiorino di Firenze. In precedenza è presente al Premio San Fedele a Milano, al Premio Termoli e al Premio indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione presso la Galleria Nazionale d’arte di Roma. Nel 1963 Bruno Donzelli presenta la seconda personale a Genova e, nello stesso anno, è inviato al Premio Spoleto, al Premio Marche (Ancona) e al Premio Michetti. In questo periodo risente fortemente del clima introdotto dalla Pop art in Italia, specialmente della stilistica di Keith Haring.
Le sue opere appaiono molto ironiche, colorate, seguono in alcuni casi lo stile del fumetto (contorni neri e scritte in stampatello maiuscolo). Nel 1965 espone alla mostra “La Critica e la Giovane Pittura italiana” presso la Galleria Ferrari di Verona. Nel 1977 la direzione di Palazzo Diamanti di Ferrara gli organizza una personale curata da Roberto Sanesi. In quest’occasione presenta il “Casellario dell’arte” raffigurando in chiave ironica i pionieri dell’arte del Novecento come Haring, Picasso, Mirò, Worhol, Klee e atri autori.
Nel 1984 inizia il ciclo pittorico dei “Siparietti Impertinenti”: a questo periodo appartengono i dipinti Lontano Dechirichiano, Quadro di Carrà. Nel 1991 realizza le scenografie per il Teatro dell’Orologio di Roma per lo spettacolo “Folli notti a Pietroburgo”. Negli anni seguenti partecipa a molte personali nelle più importanti città europee.
La poetica di Bruno Donzelli è tesa a far rivivere i grandi maestri del Novecento, donando ad essi nuova vita, nuova identità che parte dall’ironia e dagli audaci accostamenti cromatici proposti dall’autore napoletano.