Angelo Dozio

Merate, 1941

Angelo Dozio, dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera, nel 1961 esordisce con la prima personale. A partire dal 1967 l’autore si stacca dalla pittura paesista approdando all’astrattismo geometrico e costruttivista. In questo frangente restituisce una cifra carica di macchie: pennellate veloci risaltano i lacerti incollati su tela, creando una sorta di geografia della materia. La giustapposizione dei materiali (feltrini e cartoncini) porta l’autore alla realizzazione dei "Muri", consolidati dal ciclo successivo denominato "Rondini": segni e sagome curvilinee che ricordano lo sfrecciare delle rondini, simbolo della nuova stagione. In questo frangente Angelo Dozio sintetizza il becco, il corpo della rondine, la coda e le ali costituendo un linearismo veloce e libero.
A seguire, nel 1970, l’autore crea il ciclo degli "Orizzonti", ampie curve di colore che costituiscono un’astrazione contingente. A partire dagli anni Ottanta frammenta ulteriormente le curve di colore rendendole piccoli segmenti staccati di diverso colore. A partire dagli anni Novanta sviluppa i "Labirinti", dalla superficie segmentata passa ai reticoli segmentati che segnano la sua maturità artistica, restituendo vere e proprie strutture dinamiche.
Nel 2000 propone il ciclo "New York" che prende il nome dalla profetica finestra sul futuro, in cui si mescolano tutte le esperienze pittoriche precedenti ed il verticale si scontra con l’orizzontale. Dal 2008 la sua ricerca si libera delle linee approdando al punto, entità che definisce la ricerca dell’assoluto.