Adolfo Tommasi

Livorno, 1851 - Firenze, 1933

Compiuti gli studi liceali, si rivolge al disegno. A Firenze Adolfo Tommasi si dedica alla pittura col paesista Carlo Markò iscrivendosi contemporaneamente all’Accademia che, diserta ben presto per frequentare i pittori Fattori, Lega, Signorini fondatori del movimento artistico fiorentino conosciuto come I Macchiaioli (risposta artistica italiana al Romanticismo francese). I pittori sopra citati lo influenzano molto, a tal punto che Adolfo Tommasi restituisce sulla tela tutta la cultura naturalista e verista ispirato conseguentemente dal romanzo Assomoir (L’ammazzatoio) di Emile Zola.
Nel 1880 è presente alla Prima Esposizione di Quadri moderni della società Donatello. Le opere presenti alla rassegna riguardano il tramonto, le foglie cariche di brina e cavoli imbiancati. Nel 1884, presso L’Esposizione nazionale di Torino, presenta l’opera Il fischio del vapore, (ora esposta presso la Galleria d’arte Moderna di Roma). Lungo questo periodo i toni cromatici usati sono delicati e carichi di colpi di luce. Catturato dalla luce, Adolfo Tommasi, adotta lo stile impressionista.
Nel 1882 espone La Primavera, opera che in seguito sarà acquistata da Umberto I per la Galleria di quadri Moderni a Firenze. Nel 1887, nuovamente nella splendida città toscana, espone opere come Di Marzo, Sole di Luglio e, La fonte.
A seguito dei riconoscimenti ricevuti Adolfo Tommasi diviene insegnante di disegno all’Accademia Navale di Livorno e, fra i suoi allievi, avrà Romano Romanelli. In un secondo tempo, partecipa alla I,II,III,IV Biennale di Venezia.