Analisi dell’Asta Gigarte 8 Novembre 2022 Arte Moderna e Contemporanea

Analisi dell’Asta Gigarte 8 Novembre 2022 Arte Moderna e Contemporanea

Per la Casa d’Aste Gigarte di Viareggio il mese di Novembre si apre con un importante appuntamento: un’asta, per l’appunto, che per la qualità dei lotti presentati merita un esame attento.

L’
asta Selection in programma per l’8 di Novembre alle 17.30, mette in rassegna molti pezzi riconducibili ad artisti tra i più rilevanti del panorama culturale dell’Arte Moderna e Contemporanea: da Schifano a Sironi, da Bueno a Guttuso, si compone una sorta di ricercato pot-purri in grado di soddisfare un’ampia gamma di gusti e interessi.

Vediamo, dunque, di fare una breve disamina dei pezzi più interessanti.

Tra i top lots dell’asta non si può non citare per prima l’opera di
Lorenzo Viani, artista e scrittore viareggino la cui pittura, piuttosto che rifarsi alla cultura artistica toscana di fine Ottocento di Nomellini e Fattori, si innova e affonda le sue radici nella lezione dei maestri del passato quali Goya e Daumier, strizzando l’occhio alle suggestioni dell’Espressionismo tedesco e alla geometria delle forme di Cézanne. L’opera messa all’asta – una veduta del Canale di Viareggio di dimensioni considerevoli – autenticata dal curatore ed esperto di Viani Enrico Dei, costituisce “una rara istanza espressiva atipica del pittore” in particolare per il supporto utilizzato trattandosi di un dipinto su stoffa.

Seguono due originalissimi “Senza titolo” di
Salvatore Emblema realizzati a terra colorata su tela di juta sul finire degli anni ’60. Le due opere, firmate e datate, manifestano tutta la vicinanza dell’artista partenopeo agli ambienti dell’Espressionismo astratto statunitense: c’è Pollock, c’è Rothko ma c’è anche tutto lo spazialismo di Fontana nella volontà di andare “oltre” la tela facendo diventare protagonista anche lo spazio retrostante, che in Emblema si manifesta attraverso le iconiche “de-tessiture” delle quali i due lotti messi all’asta rappresentano un bellissimo esempio.

Al cosiddetto “ciclo dei bambini” si possono ricondurre le due opere di
Xavier Bueno presenti in catalogo. Si tratta di due dipinti di piccole dimensioni, “Annetta” e “Bianca”, due oli su faesite provenienti dalla Galleria Michaud di Firenze.

In Italia, infatti, l’artista di origini spagnole ha vissuto a partire dagli anni ’40 unendosi, insieme al fratello, al gruppo dei “Pittori moderni della realtà” animato, tra gli altri, da Gregorio Sciltian e Pietro Annigoni, i quali si proponevano, in contrapposizione a quella che definivano “deriva espressionista”, un ritorno all’ordine e alle virtù tradizionali della pittura. Nelle opere di Xavier Bueno, caratterizzate sin dagli esordi dalla forte impronta del realismo spagnolo, è evidente la componente sociale; nei suoi bambini, in particolare, emerge l’immagine malinconica e sofferente simbolo di una umanità avvilita e oppressa.

Due ottimi dipinti di
Franco Gentilini – un ritratto di donna e una natura morta – arricchiscono, poi, il catalogo d’asta. Si tratta di due oli su tela datati al 1929/1930, appartenenti agli anni in cui il pittore di Faenza, formatosi inizialmente al seguito del suo concittadino Roberto Sella, si trasferisce prima a Bologna, dove riceve le suggestioni della pittura luminosa e vibrante di Giovanni Romagnoli, per poi recarsi a Parigi – nel 1928 – dove rimane molto colpito dalle opere impressioniste. In effetti i dipinti in catalogo, rappresentanti due tra i soggetti convenzionalmente più tipici della cultura impressionista, costituiscono evidentemente l’espediente per uno studio degli effetti luministici dei tocchi di colore giustapposti sulla tela che insieme rendono l’immagine tersa e vibrante.

In questa breve rassegna non può, poi, essere trascurata la presenza di due tra i più importanti rappresentanti della cultura artistica contemporanea:
Mario Sironi e Mario Schifano.

Sironi, tra gli artisti più celebri della prima metà del Novecento, nella sua parabola artistica ha aderito o semplicemente si è avvicinato a varie correnti artistiche: dal Futurismo, conosciuto attraverso l’amicizia con Balla e Boccioni, ai contatti con Angelo Prini, futuro esponente dell’Arte Povera; dalla Metafisica di De Chirico, alla nascita – da lui promossa insieme a Bucci, Oppi, Funi con il supporto della Sarfatti – del futuro movimento artistico che passerà alla storia con il nome di Novecento, fino alla stagione della grande pittura murale. Dell’ampia parabola artistica compiuta dal pittore qui è presentato un piccolo esemplare, eseguito su cartoncino con tecnica mista, in cui la figura umana è rappresentata in maniera primitiva, ridotta ai minimi termini e caratterizzata da una incessante ricerca volumetrica: il risultato di un miscuglio di influenze che ben esprime l’ampia e multiforme esperienza dell’artista.

Schifano, invece, ci stupisce con un “Senza titolo” degli anni ’90. L’opera, appartenente all’ultima fase della produzione e della vita dell’artista, presenta, già dalla tecnica e dal supporto utilizzato – si tratta, infatti, di un acrilico su PVC preparato al computer – tutto l’interesse per una sperimentazione in pittura portata così all’estremo da non avvalersi più dei mezzi convenzionali, giungendo a servirsi dei media e della televisione. Siamo di fronte ad un esemplare appartenente alla serie delle cosiddette “tele computerizzate”, realizzate elaborando immagini prese dal computer per riportarle, poi, su tele emulsionate, estrema sintesi del carattere poliedrico e versatile nonché estremamente sensibile alle novità e alla sperimentazione dell’artista.

Degno di nota è il repertorio di ben cinque opere di
Uberto Bonetti presenti in catalogo. Bonetti, il noto pittore di Viareggio, molto amico di Viani e famoso esponente dell’aeropittura futurista, è qui presentato proprio con le aeroviste di alcune tra le città più belle d’Italia: Venezia, Catania, Ragusa e Sirmione, tutte eseguite negli anni ’30 del Novecento. A queste si aggiunge una immagine del Duce a tecnica mista su carta non meno rilevante, testimonianza di una iniziale vicinanza dell’artista agli ambienti fascisti lucchesi.

Infine, volgendo lo sguardo verso la scultura, non si può non rilevare la presenza di due artisti tanto importanti quanto non convenzionali.

Da una parte
Jeff Koons, il re del Kitsch, con il suo “Ballon Rabbit”, forma divenuta ormai iconica ed emblematica dell’artista stesso e della sua aspra critica verso il consumismo e la società medio-borghese americana che, pure, lo ha reso così famoso; una personalità fuori dagli schemi, tra gli artisti più famosi e pagati al mondo, considerato uno degli artisti POP più influenti dopo Andy Warhol.

Dall’altra l’Iper-realismo delle statue in silicone di
Laira Maganuco: giovane artista milanese che ha privilegiato, nella sua ricerca artistica, l’indagine sulla materia, in particolare sui materiali plastici, approfondendo e perfezionando sempre di più la sua tecnica fino ad arrivare alla creazione di sculture ottenute da un’unica colata di silicone. Il risultato è sorprendente: le sculture della Maganuco, come la “Donna Topo” messa all’asta, racchiudono l’immaginario dell’artista e, allo stesso tempo, tutta la matericità e il realismo che emergono potentemente alla vista e al tatto.

E' possibile trovare il catalogo completo al link:
Gigarte Asta Selection 8 Novembre Arte Moderna e Contemporanea

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Storica dell'Arte
Specializzata in Storia del Collezionismo presso la Scuola di Specializzazione in Beni storico-artistici di Udine, ha collaborato con il Dipartimento di pittura moderna della Galleria degli Uffizi e Palazzo Pitti occupandosi di conservazione e valorizzazione delle opere. Oggi si dedica all'insegnamento ed al lavoro come redattrice free-lance per importanti realtà del settore.